Lavorare 6 ore al giorno? Ci rende più produttivi e meno stressati

donna al pc

Lavorare 6 ore al giorno è davvero un’utopia?
Il lavoro nobilita.
Ce lo sentiamo ripetere in continuazione, e spesso ci rispecchiamo in questo credo al punto tale da dedicare anima e corpo alla nostra professione, portandoci il lavoro a casa o trattenendoci in ufficio più del dovuto.
Ma raramente realizziamo che, oltre alle nostre competenze, stiamo effettivamente vendendo il nostro tempo in cambio di denaro. E che potremmo ottimizzarlo per aumentare la nostra produttività anziché dedicare più ore allo svolgimento di un compito.

È quello che hanno inconsciamente dimostrato alcuni comuni in Finlandia, già nel lontano 1996, dopo un periodo di recessione economica: diversi distretti del Paese scandinavo diedero il via a un esperimento sociale che dimostrò quanto la produttività non sia in alcun modo legata a una maggiore quantità di ore lavorate. Ecco come:

L’esperimento 6+6

ufficioTra il giugno 1996 e il dicembre 1998, venti comuni finlandesi aderirono all’esperimento 6+6, che consisteva nel combinare più ore di apertura per i datori di lavoro con meno ore (e di conseguenza meno stress) per i lavoratori. Il tradizionale singolo turno da otto ore fu sostituito con due turni da sei ore l’uno, permettendo al dipendente di lavorare 6 ore al giorno.

La nuova tabella oraria venne applicata principalmente al settore dei servizi amministrativi, della consulenza legale, dell’assistenza sanitaria e dei centri per l’infanzia.

La decisione, all’epoca, era dovuta alla recessione economica dei primi anni 90, quando molti comuni furono costretti a tagliare il personale e di conseguenza la disoccupazione nel settore pubblico crebbe a ritmi insostenibili.
A partire dal ’96 il governo finlandese, con il sostegno finanziario del Fondo sociale europeo (un programma comunitario la cui missione include la creazione di posti di lavoro), fornì sovvenzioni parziali ai comuni che fossero stati disposti a riassumere alcuni dei loro lavoratori licenziati e aderire all’esperimento 6+6.
Le sovvenzioni furono, purtroppo, solo misure temporanee per stimolare il reintegro dei lavoratori in un periodo di elevata disoccupazione.
Ma l’esperimento 6+6 portò risultati significativi e tutt’altro che irrilevanti:

“Sento di avere più tempo per la mia famiglia”

fu il commento a caldo di un’insegnante di scuola elementare. La sua reazione fu seguita da quella di infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali e altri funzionari pubblici in tutta la Finlandia, entusiasti del nuovo sistema.

I vantaggi di lavorare 6 ore al giorno

I lavoratori che presero parte all’esperimento riuscirono a dedicarsi senza problemi ad altre attività extra lavorative: l’80% dichiarò di avere più tempo per il riposo e il relax; il 75% per trascorrere il pomeriggio con la famiglia e figli; il 72% per il fitness e l’esercizio e il 68% per i lavori domestici. Complessivamente, i dipendenti che lavorarono meno ore riscontrarono un sensibile calo del conflitto tra lavoro e responsabilità familiari.
Non solo: grazie alla sensibile diminuzione dello stress e ad una vita sociale più intensa, i lavoratori risultarono più produttivi e in molti ottennero un aumento di stipendio durante i due anni dell’esperimento.

Ottimizzare il lavoro

quadernoAnche se gli esperimenti finlandesi non furono guidati dallo scopo di promuovere nuovi sistemi alternativi al canonico turno full-time, ci forniscono comunque una lezione magistrale sulla gestione del tempo e sull’organizzazione.

Per quanto sia ormai un modello standard e affermato, la canonica giornata lavorativa da otto ore non permette al dipendente di dedicare abbastanza tempo a famiglia, amici, hobby e relax. In accordo con questa tesi, molti altri Paesi economicamente sviluppati stanno tastando il terreno per rivedere e riorganizzare un sistema ormai radicato e non più pienamente funzionale.

In Svezia, nell’estate 2014, avrebbe dovuto avere luogo un esperimento analogo a quello finlandese, purtroppo rimandato a causa della mancanza di fondi.
Alcune aziende degli U.S.A. hanno detto addio ai turni e promosso un sistema basato sul “get the work done”: una volta concluso il lavoro assegnato, il dipendente può tornare a casa.

L’Italia sembra ancora lontana dal varo di nuovi modelli, ma il problema che attanaglia maggiormente i dipendenti italiani è la cultura del presenzialismo: il dipendente crede fermamente che una maggiore presenza in ufficio sia ben vista dai superiori e porti quindi maggiori soddisfazioni.

Qualche trucco efficace per ottimizzare il lavoro d’ufficio esiste, e Lifehacker ha riportato i quattro stratagemmi più efficaci per ottenere il meglio da una giornata lavorativa:

  • Aumenta la rilevanza di un compito
    Molti di noi hanno ancora difficoltà nel focalizzarsi sul lavoro da svolgere, soprattutto se non si fissa un termine. Fissare mentalmente una scadenza e promettersi una ricompensa sono due trucchi che possono migliorare sensibilmente l’approccio al lavoro.
  • Dividi la tua giornata in porzioni da 90 minuti
    Invece di guardare una giornata lavorativa nel suo complesso, e quindi pensare di dover affrontare 8 ore in ufficio, dividi le ore in piccole porzioni da 90 minuti l’una. Frammentando la giornata sarà più semplice dedicarsi a più attività.
  • Organizza il tuo riposo in modo da riposare davvero
    “La persona migliore non è quella che corre più veloce, ma quella che sa ottimizzare i suoi tempi di riposo”, spiega Tony Schwartz. Siamo così impegnati a programmare la nostra giornata di lavoro che accantoniamo quasi sempre il relax. Pianifica in anticipo cosa farai durante il riposo. Ecco alcune idee: un pisolino, leggere, meditare, fare uno spuntino.
  • Zero notifiche
    Una delle idee migliori che abbia mai avuto è stata quella di disattivare totalmente le notifiche, sia sullo smartphone che sul pc. Cerca di far tacere ogni strumento digitale che possa intromettersi tra te e la tua concentrazione.

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