Ashley Olsen: la violenza dei giudizi

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Ashley Olsen aveva 35 anni, era americana, ed è morta a Firenze per mano di Cheik Diaw, un senegalese di 27 anni.
In questi giorni ci siamo abituati a vedere le sue foto, il suo bel sorriso, i suoi capelli biondi, il suo inseparabile cagnolino, e forse tanti di noi hanno pensato di conoscerla davvero. Anche se così non è.
Perché questa è l’unica spiegazione che mi do per tutti i giudizi davvero penosi che si sono spesi nei confronti di questa donna.
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Ashley se l’è cercata“, “Ma non era fidanzata? Perché si è portata a casa un altro uomo?“, “Ci sono donne facili che se la vanno proprio a cercare“, “Era una drogata“… e tante altre frasi sono comparse negli infiniti commenti a questa vicenda, su ogni social network.
Nessuno, o forse veramente in pochi, hanno pensato solo al fatto che Ashley era una donna, l’ennesima donna uccisa per mano di un uomo, e che nessun tipo di comportamento può giustificare un omicidio con un semplice “se l’è cercata“.
Hanno parlato tutti di lei, pensando di conoscerla. Hanno parlato tutti del suo assassino, soprattutto perché è straniero. E in tantissimi si sono chiesti cosa pensasse il fidanzato di Ashley, il primo a trovare il corpo, dopo aver saputo che la sua donna era nel suo appartamento con un altro uomo.
Federico Fiorentini, fidanzato di Ashley Olsen, ha zittito tutte quelle persone che pensavano di avere ragione nel giudicare questa ragazza.
Era una benedizione, con la sua grazia e la sua gentilezza rimarrà nei pensieri e nei cuori di chi la ama” ha scritto.
E neanche dopo queste parole si sono risparmiati i giudizi negativi, anzi forse sono peggiorati.
Neanche dopo che un uomo ha deciso di mostrare tutto il suo dolore con dignità e rispetto per la donna che amava, le persone sono riuscite a stare zitte.
Perché forse è proprio il rispetto per una donna che non va più di moda. Tutti a pensare che questo uomo distrutto avrebbe dovuto insultare la sua donna, sentirsi tradito e offendere con insulti razzisti quell’assassino.
In molti non hanno trovato giusto che un uomo mostrasse il suo dolore, amore e rispetto per la donna che ama. Forse non siamo più abituati a questi sentimenti.
Sono più le donne che muoiono ogni giorno per mano di un uomo, che quelle rispettate, elogiate, amate e decantate.
Ashley era una benedizione, e con lei lo sono tutte le donne al mondo, soprattutto tutte quelle donne che, in un modo o nell’altro, diventano vittime di violenza.
La violenza si manifesta in diversi modi, a volte anche solo tramite i giudizi. E sono quasi sempre le donne a rimetterci tutto. Per questo penso che bisogna capire quando stare zitti.
Perché il silenzio a volte è il miglior commento.

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