Deborah Parcesepe

Deborah Parcesepe

 

  1. Partirei subito chiedendoti a che età e come hai scoperto questa passione per la moda, per il modeling e per la fotografia.
    Ho sempre avuto fin da ragazzina la passione per la moda, più che per i brands, ho sempre visto l’abbigliamento come un modo per esprimere il proprio mondo interiore. Crescendo e sfogliando riviste ho iniziato ad ammirare la bellezza di queste ragazze ritratte nei più diversi editoriali. Prima la mia ricerca era orientata al bello fine a se stesso. Crescendo maturi un gusto del tutto personale, anche per cose magari non oggettivamente belle ma con significati diversi. Questo lo impari innamorandoti della fotografia in termini più ampi. Il fatto di poter essere io a posare era un’idea assurda qualche anno fa, inarrivabile. Invece… Io stessa per prima ne sono rimasta sorpresa. Ho superato me stessa, in qualche modo, e questo è di sicuro la mia più grande conquista.
  2. Quando hai iniziato a posare a chi ti sei ispirata maggiormente? Ti succede ancora di cercare di ‘imitare’ qualcuno o hai trovato un tuo stile e modo?
    Dirò forse una cosa impopolare, ma credo che imitare sia importante nella formazione di chiunque. Imitare significa che ti guardi intorno, che la tua mente è aperta alle influenze esterne. Ovvio che il plagio non è contemplato. Il passo in più dovrebbe essere quello di cercare un’interpretazione personale, non essere semplicemente una copia. Anche perché non funzionerebbe. Ovviamente ancora mi guardo intorno e scopro nuovi modi interpretativi che cerco di personalizzare. Ognuno di noi ha un suo mondo emotivo ed è bello poterlo tirare fuori a livello espressivo e mimico. A prescindere dalla sola posa. Ho sicuramente delle donne che stimo per quello che hanno regalato non solo alla moda ma alla fotografia: Kate MossMariacarla BosconoGuinevere Van Seenus. Non sono solo delle modelle fantastiche ma hanno dato alla fotografia un contributo emozionale, in quanto donne, a dir poco invidiabile. Le ispirazioni poi possono venire dai mondi più disparati, la danza penso a Pina Bausch, il cinema. Tutto può avere un risvolto inaspettato.
  3. C’è uno scatto a cui sei particolarmente affezionata, quello che porti sempre con te ai casting o che guardi con più soddisfazione?
    No, non riuscirei a sceglierne solo uno. Ogni scatto racchiude i volti delle persone con cui ho collaborato, il mio stato d’animo e la mia impronta personale a e un preciso mood che mo veniva chiesto.
  4. Non so se ti sia mai capitato, ma in caso fosse successo, qual è stata la motivazione più assurda per cui non ti hanno scelta per un lavoro?
    Non ricordo al momento motivazioni assurde, ma posso dirti che spesso mi succede di non venire scelta perché non ho un volto abbastanza commerciale per quel marchio. Beh, in effetti questo ha dell’assurdo! Probabilmente la bravura e la particolarità di una modella potrebbe in realtà giovare al brand. Ma questa è una faccenda tutta italiana, l’attaccamento al “vendibile” piuttosto che dare un’immagine nuova e forte a ciò che si crea.
  5. Un pregiudizio molto comune quando si pensa alla moda e, specialmente, alle modelle (e modelli) è che abbiano una vita di privazioni (specialmente culinarie!) ed è comune associare questo mestiere con l’anoressia. Quanto c’è di vero, secondo te?
    Personalmente non ho mai avuto problemi simili e credo che malattie come la bulimia o l’anoressia derivino da insicurezze molto più profonde. Ovvio che il clima di stress a cui si è soggette può enfatizzare questo malessere, soprattutto per quanto riguarda le modelle giovanissime. Queste spesso sono a migliaia di kilometri da casa, senza sapere la lingua, fanno casting in cui vengono giudicate esteriormente tutti i giorni e sono letteralmente catapultate in questo mondo che è di fatto molto superficiale. È una scelta difficile e forse non quella più appropriata per ragazzine troppo giovani. Io ho iniziato tardi e con più consapevolezza. So bene che devo mantenermi in forma e faccio il possibile per esserlo nei limiti della mia salute.
  6. Ci sveleresti uno solo dei tuoi segreti di bellezza?
    Beh anche più di uno, perché oltre all’aspetto, allunga la vita! Tanta frutta, tanti liquidi e un buon esercizio fisico. Sono vegetariana da5 mesi e faccio yoga da un anno e mezzo e l’umore è cambiato completamente. Direi che la vita è cambiata. Mi piacerebbe molto entrare nel mondo vegan un giorno, ma vorrei che fosse graduale e naturale come lo è stato per il vegetarianesimo. Lo spero!
  1. Per finire, cosa consiglieresti alle giovanissime che vorrebbero intraprendere una carriera come la tua? Cosa va assolutamente evitato, cosa va assolutamente fatto?
    La pazienza. Bisogna averne tanta e fare in modo di non perderls. Le giornate di lavoro sono estenuanti, non tutti i capi che indosserai saranno di tuo gusto, non tutte le scarpe comodissime. Ma bisogna sempre essere gentili, educate e dare il meglio. Quindi la cosa che va assolutamente fatta è amare questo lavoro nella sua forma più alta e creativa per poterne affrontare i lati più stressanti. Altro consiglio, divertirsi. E’ importante ricordarsi che si tratta di qualcosa che non tutte fanno,conosci gente nuova con cui puoi sempre confrontarti e passare del buon tempo insieme. Tra le cose da evitare, non prendere questo mondo troppo sul serio, è vulnerabile, puoi piacere o no, ma non essere troppo severa con te stessa è non cambiare per nessuno.
1/4 di secolo e la calcolatrice per fare 2+2.

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