Finché c’è vita, c’è speranza: La Teoria del Tutto.

Finché c’è vita, c’è speranza: La Teoria del Tutto.

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Photo credit: slashgear.com

Il fisico, matematico, cosmologo e astrofisico britannico Stephen Hawking è celebre per le sue intuizioni circa l’universo, ma, al pubblico, soprattutto per la sua disabilità causata da un’atrofia muscolare progressiva.
Suo obiettivo fin dai primi studi di fisica è stato la scoperta della “Teoria del Tutto“, un appellativo con cui i fisici teorici identificano un’ipotetica teoria capace di spiegare tutti i fenomeni conosciuti con un’unica, formidabile equazione.

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Photo credit: upload.wikimedia.org/

Considerato uno delle menti più brillanti del nostro tempo, il film La Teoria del Tutto, già candidato a 5 Golden Globes, ne ripercorre la vita con impeccabile dettaglio.

Nella pellicola, basata sul libro di memorie di Jane Hawking, Travelling to Infinity: My Life With Stephen (in ItaliaVerso l’infinito)  Stephen ( interpretato da un eccezionale Eddie Redmayne) è uno studente di cosmologia della leggendaria Università Inglese Cambridge, determinato a trovare una “spiegazione semplice ed eloquente” per l’universo.

Fin da giovane manifesta capacità fuori dal normale, ad esempio quando a lui ed ai suoi compagni d’università viene assegnato un compito quasi impossibile.
Lui riesce a risolvere nove quesiti su dieci presentandolo al professore su un pezzo di carta stropicciato, una carta dove sul retro c’erano scritti gli orari dei treni.

E’ colpo di fulmine quando incontra una studentessa di Lettere: Jane Wilde (Felicity Jones).

Nel pieno della giovinezza, all’età di 21 anni e dopo aver invitato ufficialmente Jane al ballo dell’Università, riceve una diagnosi che gli cambia la vita: si scoprirà affetto da una devastante distrofia muscolare degenerativa che gli compromette movimento e linguaggio, lasciandogli, secondo i primi referti, solo due anni di vita.

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Photo credit: hollywoodreporter.com

Siamo negli anni ’60.
L’amore di Jane va oltre ogni aspettativa e i due si sposano.

Voglio che restiamo insieme per tutto il tempo che avremo.

dice Jane nel film.

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Photo credit: myreviews.it

Jane lo incoraggia a finire il suo dottorato, mettendo su famiglia ed imbarcasi in un lavoro scientifico veramente ambizioso lo studio della cosa di cui possiede meno: il tempo.

Non è un’opera con i classici colpi di scena ma c’è tutto: genio, amore e dramma.
Sicuramente non è stato facile trasportare sul grande schermo la storia della vita di Stephen Hawking, senza rischiare di concentrarsi troppo sulla condizione fisica, ma il cineasta James Marsh sembra esserci riuscito.

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Photo credit: hollywoodreporter.com

Eddy Redmayne ha saputo calarsi nella parte perfettamente.
Lo vediamo nelle scene in cui Stephen è impotente nel compiere i gesti più semplici e quotidiani, come il salire le scale, e vediamo come venga quasi compatito dai figli piccoli che, paradossalmente sono più autonomi di lui.
Il suo lavoro di mimesi è eccezionale, ma la collega non è da meno.

Anche Felicity Jones, infatti, rende Jane un mix di delicatezza e forza, dolcezza e tenacia, una donna pronta a qualsiasi sacrificio, una compagna perfetta, scrollandosi di dosso così la fama acquisita con serie televisive e film minori.

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Photo credit: youmovies.it

L’interpretazione degli attori resta così impressa e coinvolge emotivamente, mettendo in crisi la capacità di resistere al pianto.

Il pregio di questo film è quello di raccontare un amore vero, anche se rinuncia all’opportunità di approfondire le rivoluzionarie teorie dello scienziato.

 

C’è sempre bisogno di storie vere, probabilmente il film non rivela forse l’equazione segreta dell’Universo, né come sia arrivato davvero alla scoperta dei buchi neri ma ci mette davanti gli ingredienti per riuscire a trasformare la propria vita: amore, dedizione, sacrificio e un pizzico d’umorismo.

“Non ci dovrebbero essere limiti alla ricerca umana. Siamo tutti diversi. E per quanto la vita possa sembrare cattiva, c’è sempre qualcosa che si può fare e riuscirci. Finché c’è vita, c’è speranza.”

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Non riesco a parlare di me facilmente, non so mai cosa dire perché sono più che convinta che non bastano due parole per raccontare una persona. Potrei fare “una lista della spesa “ per scrivere tutte le cose che adoro e che odio, ma mi dilungherei troppo quindi semplicemente dico che mi piace andare controcorrente e mi piace ascoltare le persone che hanno una storia, che hanno ancora voglia di far sentire la propria voce in un mondo fatto da stanze in cui si sente solo il rumore dei tasti sulla tastiera.

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