Game of Thrones – recensione 6×07

Game of Thrones – recensione 6×07

Purtroppo oggi ho poco tempo da dedicare alla recensione più attesa della settimana (l’unica, in realtà, al momento), perciò farò solo una breve panoramica per sentirmi meno in colpa.

L’episodio di oggi si intitola The Broken Man ed inizia senza sigla, o almeno sembra. La sigla arriva subito dopo la rivelazione del giorno: Sandor Clegane, alias il Mastino, è vivo. Devo ammettere che proprio ieri guardavo la 4×10 e pensavo al fatto che non lo abbiamo visto morire. Evidentemente lo hanno salvato. È lui The Broken Man, un uomo spezzato e rimesso in sesto da un gruppo di persone che lo portano sulla via della redenzione. Ma è proprio su questa via che si imbatte nuovamente nella Fratellanza Senza Vessilli (o quantomeno mi pare di aver capito fossero loro) e dovrà tornare, probabilmente, ad essere quello di una volta.

Un uomo spezzato è anche il nostro Jon, che assieme a sua sorella e a tutto il seguito, cerca di racimolare alleati ma, oltre ai Bruti incitati a dovere da Tormund, trova aiuto in pochissimi uomini della casata Mormont. Non sembra andare tutto per il meglio, e Sansa decide di scrivere una lettera. Ditocorto? Brienne? Altri? Non lo sappiamo, magari ce lo diranno nel prossimo episodio.

Nel frattempo Lady Olenna, appreso che sua nipote in realtà sia ancora sana di mente, ha un faccia a faccia con Cersei in cui le ricorda che la casa Lannister è morta. Suo fratello è lontano, suo figlio anche, lei è sola e impotente, ha solo la Montagna con lei. Sono passati sette episodi e Cersei non ha ancora incendiato Approdo del Re, vorrei capire cosa aspetta. E vorrei capire a che gioco sta giocando Margaery, e soprattutto se Tommen sa che lei non si è veramente convertita, altrimenti prevedo un altro bel casino di dimensioni colossali.

Jaime, infatti, è appena arrivato a Delta delle Acque e ha subito fatto capire agli uomini dei Fray chi comanda. Per la serie “io sono Jaime Lannister, so figo so bello e l’eserciti li so comanda solo io”. Bravo, quando è lontano da Cersei è sempre più figo e intraprendente, ciò conferma che sia lei la sua rovina. Ma il Pesce Nero non vuole comunque sentire ragioni, quindi Jaime ti tocca stare lì fuori ad aspettare.

Arya, invece, è pronta a tornare a casa. Si procura un passaggio per Westeros ma viene attaccata dalla simpaticona senza nome che la pugnala dritta dritta nella pancia affondando per bene il pugnale. Ora, io non credo che Arya morirà ma questa cosa, nonostante l’abbiamo vista camminare, grondando di sangue, per la città, mi mette ansia. Perché? E come si salverà? Stanotte ho letto una teoria a riguardo che vede la tizia senza nome come Arya stessa e l’uccisione di quella che noi vediamo come Arya Stark (con le sembianze di Masie Williams, per intenderci) significhi l’avvenuta trasformazione di Arya in una faceless woman. Boh, non lo so. Anche qui, attendiamo.

Infine, la parte che più di tutte ha destato il mio interesse è stata, stranamente, quella dei Greyjoy. Io li ho sempre odiati e detestati e chi più ne ha più ne metta, ma stavolta mi hanno trovata d’accordo con loro. Andare a Mereen e allearsi con Daenerys. Mi piace questo piano. Adoro questo piano. Andateci subito! Sarebbe bello vedere Daenerys interagire finalmente con qualcuno di Westeros dopo sei stagioni, ma temo che ciò accadrà tipo alla fine tipo quasi nella prossima stagione tipo quasi mai. Mi è piaciuto il discorso di Yara a Theon, un altro broken man che prova a rialzarsi.

Credo che questi ultimi due episodi, non troppo carichi, siano serviti a gettare le basi per il gran finale. Un finale che si preannuncia epico, in cui abbiamo ancora molte cose da sapere. Sappiamo che un episodio sarà dedicato a Jon, o così ha detto Kit. Sappiamo che Bran non ha finito con le versioni. Sappiamo che ci sarà una battaglia e soprattutto speriamo che le cose ad Approdo del Re cambino. Mi dispiace per la brevità della recensione di questa settimana, ci rifaremo, spero, la prossima settimana!

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Ventotto anni, appassionata di viaggi e letteratura e con il sogno nel cassetto di diventare scrittrice. Nel frattempo scrivo racconti nell'attesa dell'ispirazione per creare qualcosa di migliore, venero i ravioli cinesi e mi drogo di serie TV.

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