Halloween, siamo sicuri che non ci appartenga per niente?

Halloween, siamo sicuri che non ci appartenga per niente?


 

 

Mancano pochi giorni al 31 ottobre e, come ogni anno, a breve, inizieranno a circolare in rete e non solo, voci dubbiamente autorevoli che vorrebbero ricordarci che Halloween non è una festività che fa parte della nostra cultura.

Ora, tralasciando per un momentino la semplice storia di questa festività, le cui radici sono totalmente europee e molto più assimilabili alla tradizione italiana che a quella statunitense, vorrei farvi riflettere su una cosa.

Cultura o programmazione?

L’antropologo e psicologo olandese Geert Hofstede ha studiato per anni il fenomeno della cultura, arrivando a offrire una personale definizione su cosa sia la cultura intesa, in questo caso, come insieme delle pratiche seguite da un determinato gruppo di persone.

Secondo la visione di Hofstede, infatti, la cultura è la programmazione collettiva della mente che distingue i membri di un gruppo o di una categoria di persone dagli altri. In altre parole, dunque, la cultura non sarebbe qualcosa di innato ma di appreso che deriva dal contesto sociale in cui l’individuo cresce.

Ora, stando a questa definizione, in parole ovviamente spicciole e semplificando un concetto altrimenti molto vasto, potremmo dire tranquillamente che in base a dove si nasce e si cresce, la nostra mente si programma in modo diverso.

Le vere origini di Halloween

Tornando ad Halloween, per quanto l’immaginario collettivo tenda a legare questa occorrenza solo al mondo anglosassone, le vere radici di questa festività sono poco chiare tanto che alcuni hanno rintracciato similitudini con una festa in onore della dea dei frutti e dei semi Pomona, nell’antica Roma. Basti pensare che, fondamentalmente, in Italia abbiamo la festa di Ognissanti che cade più o meno in quel periodo.

A prescindere da ciò, inoltre, tutto l’immaginario che si crea attorno ad Halloween, non dico nasce, ma quantomeno cresce e si sviluppa nel mondo celtico, tra Irlanda e Gran Bretagna. Ne è un esempio la leggenda di Jack O’ Lantern che è alla base della famosa zucca che viene intagliata ad Halloween e che io amo fare ogni anno da quando ero piccola.

Halloween dagli occhi dei millenials

Proprio stando a tutto ciò, e anche al fatto che in alcune parti di Italia esistono tradizioni che si sono sviluppate parallelamente con le stesse caratteristiche di Halloween, come la festa di Sant’Andrea in Sardegna, vorrei spiegarvi perché non è vero che questa ricorrenza non faccia parte della nostra cultura.

Stando alla definizione di Hofstede, infatti, la nostra cultura proverrebbe dall’ambiente in cui siamo vissuti. Ebbene, parlo da ventiquattrenne, io sono nata nel 1992. L’anno successivo, il genio di Tim Burton ha partorito quel capolavoro che si chiama Nightmare before Christmas in cui Jack Skeletron è il Re della Città di Halloween. Complice il doppiaggio del film, in cui la voce di Jack è affidata a Renato Zero, mia madre mi ha comprato quel cartone animato quando avevo poco più di un anno.

Tralasciando il mio amore per il macabro, per me Halloween è stata una cosa naturale fin da subito. Fin da piccola chiedevo di intagliare zucche, di guardare quel cartone sia ad Halloween che a Natale (le due festività alla base della storia), di decorare in qualche modo casa anche a fine ottobre, così come facevamo per Natale, proprio perché la cosa mi divertiva.

"And since I am dead I can take off my head to recite Shakespearean quotations" #mycreatures #halloween #pumpkins

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Pian piano, crescendo, la mia generazione è stata in gran parte bombardata di telefilm e prodotti provenienti dagli USA, paese in cui questa tradizione è stata importata ed in cui è molto in voga.

Ecco quindi che alle elementari chiedevo a mia madre perché noi non potessimo andare in giro a fare dolcetto o scherzetto come vedevo in tutti i film in tv e anche in Nightmare before Christmas. Lei mi rispondeva sempre che qui, in Italia, non era molto ben visto, proprio perché tutti credevano che non facesse parte della nostra cultura.

Allora, proprio da lì, abbiamo iniziato ad informarci e abbiamo capito che non era esattamente la realtà. Ma comunque, se anche lo fosse stata, tanti e tanti bambini stavano iniziando ad amare questa nuova specie di carnevale in cui ci si sarebbe potuti travestire da streghe o da mostri e si sarebbe andati in giro a chiedere caramelle. Cosa c’era di male?

Tradizione, folklore e leggende

Non si può dire che una cosa penetrata così a fondo nella tradizione di una fetta della popolazione non sia parte della nostra cultura, proprio perché l’ambiente circostante continua a cambiare continuamente, e cambiando introduce novità.

Non c’è niente di male nell’intagliare una zucca o nell’andare in giro a chiedere caramelle, e non si può certo chiedere ad un’intera generazione di rinunciarvi perché magari non faceva parte della vita dei nostri genitori. La nostra mente si è venuta a formare così, anche con l’aiuto di queste piccole cose.

Sono ben felice di vedere che oggi vengano organizzati eventi per Halloween. Non mi fraintendete, è ovviamente una trovata commerciale, ma ormai cosa non lo è? Io adoro intagliare la zucca, è un momento magico che attendo per quasi tutto l’anno, perché mi diverto a darle espressioni diverse ogni anno e mi piace da morire metterla su mio terrazzo e vederla ogni sera quando rientro. Non so, mi fa sentire bambina. Ma a differenza di quando ero piccola, ora sono tante le zucche che si vedono in giro, come sono cresciuti i bambini che il 31 ottobre, nel pomeriggio, girano per le strade mascherati a chiedere dolcetti. Sarà anche una trovata commerciale, sarà macabro, sarà quello che volete, ma fa divertire.

I'm definitely the only italian girl who loves #Halloween that much lol

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E la cosa che mi lascia più amareggiata di tutte, sono quelle persone che si nascondono dietro la stupida e ignorante convinzione che Halloween rappresenti un inno a Satana.

Nella mitologia celtica, si usava esporre questa lanterna intagliata in una zucca o in una rapa fuori dalla propria casa proprio per scacciare lo spirito di Jack O’ Lantern. Insomma, una storia folkloristica con tante versioni e tante interpretazioni, ma pur sempre una leggenda. Non c’è assolutamente nulla di occulto né di cattivo, se non magari un pugno di farina lanciato dai bambini che si vedono rifiutare un dolcetto.

E poi, come dice proprio Tim Burton, life’s no fun without a good scare, quindi qualche piccolo spaventuccio ci sta sempre bene.

Dunque, amanti e non amanti di Halloween, è bene che ognuno festeggi ciò che meglio crede, ma non si può in alcun modo asserire che questa ricorrenza non sia ormai parte integrante della cultura della mia generazione e di chi, come me, già gira per casa canticchiando This is Halloween.

My beautiful pumpkin *-*

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Ps. Se vi dovesse interessare, potrei fare un tutorial sulla preparazione della zucca di Halloween!

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Ventotto anni, appassionata di viaggi e letteratura e con il sogno nel cassetto di diventare scrittrice. Nel frattempo scrivo racconti nell'attesa dell'ispirazione per creare qualcosa di migliore, venero i ravioli cinesi e mi drogo di serie TV.

Commenti

1 Commento
  1. posted by
    Come intagliare la zucca per Halloween | Forelsket
    Ott 23, 2016 Reply

    […] Halloween, siamo sicuri che non ci appartenga per niente? […]

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