La dolce lettera alla figlia con sindrome Down nel giorno del suo matrimonio.

La dolce lettera alla figlia con sindrome Down nel giorno del suo matrimonio.

Il giorno del matrimonio della propria figlia è un momento carico di emozionante per il papà della sposa.

Ecco che Paul Daugherty, giornalista sportivo di Loveland, ha scritto alla sua bambina, la figlia 27enne nata con la sindrome di Down Jillian, una dolce lettera, in occasione del matrimonio della ragazza col fidanzato Ryan Mavriplis.

La lettera poi è stata pubblicata sul suo blog Uncomplicated.life commuovendo il mondo intero.

«Quando hai un bambino con disabilità quello che vorresti sentirti dire i primi giorni è che tutto andrà bene. Noi questo non l’abbiamo mai sentito. Abbiamo avuto solo persone che ci raccontavano cosa Jillian non avrebbe potuto fare. La possibilità che questi desideri si avverino per i genitori di bambini affetti dalla sindrome di Down sono ovviamente minori. A tutti i genitori che hanno figli piccoli o neonati con disabilità, oggi posso dire: che la situazione andrà migliorando» conclude Paul.

Photo credit: http://www.direttanews.it/
Photo credit: http://www.direttanews.it/

Di seguito il testo integrale della lettera:

«Cara Jillian,
oggi è il giorno del tuo matrimonio. 27 Giugno 2015. Tra due ore ti inoltrerai verso la passeggiata della vita, resa ancora più memorabile dalla fatica che hai raggiunto per arrivare a questo giorno. Non so quali siano le probabilità che una donna, nata con la sindrome di Down, sposi l’amore della sua vita. So solo che tu, queste probabilità le hai battute tutte.

Ora sei al piano di sopra, impegnata nei preparativi finali con la mamma e le damigelle. I capelli sono raccolti perfettamente sopra il collo sottile. Il tuo vestito “gioiello” attira ogni barlume di sole che filtra dalla finestra nel tardo pomeriggio. Il trucco – che rossetto rosso! – Migliora in qualche modo su di una bellezza che è cresciuta dal giorno in cui sei nata.

Io sono quaggiù, al piano di sotto e sto fissando la tua finestra. Abbiamo vissuto per momenti come questo e adesso che si sono avverati, appaiono in tutta la loro perfezione. Potrei dirti tutto e potrei dirti niente. Quello che non siamo riusciti a fare io e tua madre, è stato rendere altri ragazzi come te, lasciare che questi si relazionassero con te. Abbiamo pensato: che cos’è la vita di un bambino, se non resta a dormire da qualcuno, non partecipa alle feste di compleanno o va al ballo di fine anno?

Ti ricordi tutte le cose che hanno detto non avresti mai fatto, Jills? Non avresti portato una bicicletta, o fatto sport. Non saresti andata al college. Sicuramente non ti saresti sposata. E ora…guardati. Tu sei la persona più bella che conosco. Qualcuno che è in grado di vivere una vita di empatia e simpatia, senza inganni, una persona che tutti noi vorremmo incontrare.
Ero preoccupato per te. Allora avevi 12 anni. Piansi, quando venisti in camera a dirmi “Io non ho amici”.

Noi tutti vogliamo le stesse cose per i nostri figli. Salute, felicità. Una forte capacità di immergersi e godere del mondo, che non siano una prerogativa dei soli bambini “tipici”. La ricerca di queste cose è un diritto, che per nascita deve essere concesso a ogni bambino. Mi preoccupavo per te, Jillian. E non avrei dovuto. Sei così naturale quando si tratta di socializzare. Ti hanno chiamato “il sindaco” nella scuola elementare, per la tua capacità di coinvolgere tutti. Hai ballato per la squadra del Varsity al ballo della scuola. Hai frequentato per quattro anni i corsi universitari e hai fatto cose impressionanti con tutte le persone che hai incontrato.

Ti ricordi tutte le cose che hanno detto non avresti mai fatto, Jills? Non avresti portato una bicicletta, o fatto sport. Non saresti andata al college. Sicuramente non ti saresti sposata. E ora…guardati. Tu sei la persona più bella che conosco. Qualcuno che è in grado di vivere una vita di empatia e simpatia, senza inganni, una persona che tutti noi vorremmo incontrare.

Vorrei dirti di dare al tuo fidanzato, Ryan, tutto il tuo cuore. Ma è ovvio che lo farai. Vorrei dirti di essere gentile con lui. Ma lo fai già, con tutti quelli che conosci. Vorrei augurarti una vita di amicizia e di rispetto reciproco. Voi  due state insieme da dieci anni, il rispetto e l’amicizia sono già evidenti.

Ricordo, dieci anni fa quando un giovane si avvicinò alla nostra porta in giacca e cravatta e disse: ‘Sono qui per prendere sua figlia e per riaccompagnarla a casa, signore’, ogni mia paura sulla tua vita è scomparsa. Ora, tu e Ryan state per compiere un percorso insieme. Una nuova sfida, difficile per voi come  per chiunque altro.

Ora ti vedo. Hai finito di prepararti, la porta è aperta. La mia bambina, tutta in bianco, varca la soglia di un altro sogno, conquistato. Mi alzo senza fiato. “Sei bellissima”, è il massimo che riesco a dire. “Sarò sempre la tua bambina”, rispondi. “È ora di andare, dico. Abbiamo una passeggiata da fare”».

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Non riesco a parlare di me facilmente, non so mai cosa dire perché sono più che convinta che non bastano due parole per raccontare una persona. Potrei fare “una lista della spesa “ per scrivere tutte le cose che adoro e che odio, ma mi dilungherei troppo quindi semplicemente dico che mi piace andare controcorrente e mi piace ascoltare le persone che hanno una storia, che hanno ancora voglia di far sentire la propria voce in un mondo fatto da stanze in cui si sente solo il rumore dei tasti sulla tastiera.

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