Non era mai abbastanza

Non era mai abbastanza

Non era mai abbastanza, nonostante tutto.
Preparava dolci ogni sera per non pensare a lui che tornava a casa sorridente da sua moglie.
Si spazzolava i capelli per una buona mezz’ora prima di coricarsi, sperando insieme ai nodi di estirpare anche quelle voci inquisitorie che infestavano la sua testa e le portavano solo ansia ed insonnia.
Per i loro incontri sceglieva gli abiti più sgargianti che riusciva a scovare, sperando che quei colori un po’ gli mancassero quando lui si addormentava in mezzo al bianco spento dei muri di casa sua.
La sua vita era così: un’attesa continua, un andirivieni di speranze, sensi di colpa e piccoli rituali quotidiani. Non esistevano weekend insieme, non esistevano serate tranquille a guardare la tv, non esistevano uscite in centro mano nella mano.

Esistevano soltanto gli espedienti che lei aveva escogitato per riempire il (troppo) tempo in cui lui non c’era. Per illudersi di poter vivere una vita normale tra un incontro e l’altro, tra quello che per lui era un po’ di sesso e per lei un amore ineguagliabile. Espedienti per farsi ricordare.
Per ricordargli che esisteva anche lei, mentre lui abbracciava i suoi figli, dava un bacio sulla fronte a sua moglie, pagava le bollette e andava in chiesa la domenica.
Che lei c’era, lo aspettava, lo avrebbe aspettato in eterno.
Ma non era mai abbastanza.

Magari un giorno si sarebbe ricordato dell’odore dei suoi dolci mentre aiutava sua figlia a fare i compiti, o avrebbe pensato che i capelli di sua moglie non erano morbidi e lisci quanto i suoi. Forse si sarebbe detto che una vita di compromessi non valeva la pena, che un’uscita al cinema o una notte a dormire avvinghiati erano tutto ciò che desiderava, che il sesso non gli bastava più.
E invece no.
Per quanto lei si sforzasse, non era mai abbastanza.

Lo scrisse più e più volte in quella lettera, anonima nella forma ma non nella sostanza, e quando copiò sulla busta il nome di sua moglie, quel nome che così tante volte aveva tormentato i suoi incubi, fu come conoscerla davvero per la prima volta. Anche se non si erano mai parlate.

Amavano lo stesso uomo, e lui non amava nessuna delle due.

Nessuno era da biasimare. Solo la sua ingenuità, la sua caparbietà nell’inventarsi un dolce diverso ogni sera, nel credere che il suo corpo non fosse abbastanza attraente, nel confondere il sesso con l’amore.
Solo la sua speranza immatura, tenuta in piedi da sentimenti immaturi.
Ma una speranza non era abbastanza, e quando imbucò la lettera se ne rese conto per la prima volta dopo anni.
Non era mai abbastanza, perché lui non era abbastanza per lei.

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Scritto da

Luna Spenta

Perennemente in bilico tra vita e nostalgia. Scrivo di amore, di delusioni, di passione, e anche un po' di me.

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