Once Upon a Time – recensione episodio 6×12

Once Upon a Time – recensione episodio 6×12

Se il concetto di  Non Farcela fosse traducibile in una serie tv, questa, ahimé, sarebbe Once. L’amore che provo per questo show e per i suoi personaggi resterà sempre invariato, ma ormai sembra quasi che tutto, dalla trama principale alle trame dei singoli personaggi, sia stato buttato lì senza un motivo logico così, per perdere tempo.

L’ultimo episodio ci ha riportati a ripercorrere un pezzo dell’infanzia di Charming fino alla morte del padre, mentre a Storybrooke Regina cerca di rendere la convivenza con Robin come quella di un tempo, dimenticando che ha di fronte a sé una persona diversa.

Ora, fermo restando che le basi per qualcosa di interessante potrebbero anche esserci, in questo episodio ho dormito alla grande. Per quanto sia stata carina l’idea di far agire Hook e Charming per tutto l’episodio, il fatto che Hook chiedesse al futuro suocero la mano di Emma era quasi scontato, e il fatto che ora ci sia un altro segreto da gestire (Hook che ha ucciso il padre di Charming) era ancora più scontato.

Come minimo in pochi episodi gli scenari possibili sono due:

  1. Hook chiede ad Emma di sposarlo, lei accetta e poi, magari dopo il matrimonio la storia salterà fuori. Questo potrebbe portare anche al famoso finale di stagione in cui tutto cambierà: che sia Emma, distrutta, a lanciare una nuova maledizione?
  2. Emma scopre tutto, lo perdona, lo sposa, vissero per sempre felici e contenti – BELLO SCHIFO NON CAMBIA MAI NULLA.

Secondo voi come reagirà Charming quando scoprirà che il suo futuro genero è il motivo per cui è orfano? Si accettano scommesse su chi, per primo, tra lui e la moglie, inizierà a parlare di perdono e redenzione.

Per quanto adori i personaggi delle favole, non riesco a capire come facciano ad essersi tutti rammolliti così. Non amo la cattiveria, ma Hook, il vero Hook, era quello del flashback. Quello della seconda stagione. Quello con il carattere, non il cagnolino di Emma che ormai si salva solo per gli occhioni e l’accento irlandese terribilmente sexy. Sarebbe ora che si ricordassero da dove vengono, un po’ tutti. Come, ad esempio, Zelena, la quale ultimamente ci sta un po’ snobbando ma almeno ha ripreso ad essere (più o meno) come una volta. Henry? Dov’è Henry? e Belle e Gold? La storia con il figlio è già finita? Nessun cenno, niente di niente. E che cos’è quello scrigno che Robin ha preso dalla cripta di Regina? Ha a che vedere con la presunta nuova maledizione? Se, da un lato, sono terribilmente affezionata a questo cast, dall’altro non mi dispiacerebbe l’idea di un cambiamento radicale a fine stagione. Vorrei una settima stagione perché ci sono ancora fin troppe storie inesplorate (Pocahontas, Il Gobbo di Notre Dame, Atlantis, Tarzan, Le Follie dell’Imperatore, la neonata Oceania e molti altri), ma forse con queste storie ormai non c’è più nulla da raccontare e allora, forse, rinnovare il cast potrebbe essere una buona idea.

E fare in modo, come suggerisce la teoria che gira in internet da un po’, che sia Henry adulto a vivere tutte queste nuove avventure, secondo me, sarebbe una mossa intelligente per ridar vita ad uno show che, per quanto mi emozioni, non è più quello di una volta.

Insomma, non sono rimasta pienamente soddisfatta da questo episodio, ma spero di potermi ricredere a breve, magari nel famigerato episodio musical che spero arrivi il prima possibile.

Un’altra cosa che non mi ha per niente convinta di questo episodio è stata la location. Ora, sebbene io abbia smesso da anni di chiedermi in quale arco temporale si siano svolti gli avvenimenti dei fari flashback, non mi è per niente chiaro di dove si trovasse quella specie di Paese dei Balocchi dove si trovava anche Pinocchio. E non mi è chiaro perché, trovandosi in un epoca in cui Charming era bambino, esistessero le lampadine elettriche che si vedono bene nella scena sul pontile. Il tutto sta accadendo praticamente vent’anni (più o meno) prima della nascita di Emma e, sebbene sappiamo che Hook per qualche strano motivo non è invecchiato (non ricordo il motivo ma ricordo che c’è stato spiegato nella terza stagione) e che Pinocchio è di legno, quindi il fatto che fosse ancora bambino non ci preoccuperebbe, non mi è chiara la modernità di quel parco giochi in cui si svolgono i flashback. Mistero.

Ma d’altronde abbiamo imparato che farsi domande porta solo a nuove domande, quindi cerchiamo di non pensarci e aspettiamo, con speranza, il prossimo episodio.

 

Avatar
Ventotto anni, appassionata di viaggi e letteratura e con il sogno nel cassetto di diventare scrittrice. Nel frattempo scrivo racconti nell'attesa dell'ispirazione per creare qualcosa di migliore, venero i ravioli cinesi e mi drogo di serie TV.

Commenti

1 Commento
  1. posted by
    Once Upon a Time – recensione episodio 6×13 | Forelsket
    Mar 21, 2017 Reply

    […] Once Upon a Time – recensione episodio 6×12 […]

Lasciaci un commento!

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *