Il romanzo di Susanna Casciani finalmente in libreria

Il romanzo di Susanna Casciani finalmente in libreria

7031814557_804dde0ac7_n Devo essere sincera: Susanna Casciani non la conoscevo.

È stato solo quando ho deciso di leggere il suo libro per recensirlo che mi sono informata su di lei. Famosissima su Facebook, la pagina è seguita da migliaia di persone che, spesso, chiedono consigli alla stessa Susanna.

Il romanzo di Susanna Casciani

“Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore” è il titolo del libro e racconta la storia, anzi la fine di una storia d’amore. Anna e Tommaso sono i due protagonisti: un giorno Tommaso, ormai convinto di non amare più la ragazza, se ne va dalla loro casa, mettendo fine alla relazione. Da quel momento in poi, Anna comincerà a tenere un diario, in cui racchiudere i suoi pensieri, il suo dolore per quella perdita, quel lutto, ma soprattutto per sentirsi più vicina a lui. E dalle prime ore dalla rottura, la protagonista ci rende silenziosi ed empatici partecipi della sua sofferenza, delle sue speranze, delle sue colpe, della sua rabbia e del suo amore, che ancora prova per l’uomo che le ha spezzato il cuore.

Questa è una storia di tutti i giorni, chiunque può rispecchiarsi nella protagonista: tutti noi abbiamo avuto un amore finito, elaborato gli stessi pensieri, attraversato gli stessi stati d’animo.

Considerazioni personali

La prima cosa che salta all’occhio è l’impostazione del romanzo: il diario. Non c’è un arco temporale definito, se non per i giorni passati dalla fine della relazione, contati meticolosamente da Anna.

Sicuramente molto originale come scelta, ma che non mi ha permesso di capire appieno quello che dovrebbe essere il “cammino di rinascita” della protagonista, quel percorso necessario per superare il dolore e, da quello stesso dolore, rinascere nuovamente; così come non riuscivo a conoscere più profondamente Tommaso, a capirne il personaggio, nonostante la sua presenza aleggi per tutto il libro, anzi, è proprio per lui che Anna comincia a scrivere.

Ma qui si parla di gusti personali e, sicuramente, l’andamento del racconto ben si adatta alla struttura del romanzo, anzi forse queste sue (trascurabili) “pecche” lo rendono ancora più intrigante rispetto ad altri romanzi che trattano lo stesso argomento (magari con la protagonista che in quattro e quattr’otto si consola con il belloccio di turno).

Queste cose, però, non intaccano sicuramente l’apprezzare il modo in cui il romanzo è scritto: molto scorrevole e con parole ben calibrate, che entrano nel profondo per la loro semplicità e precisione. Parole che chiunque abbia amato profondamente può capire e, grazie ad esse, sentirsi meno solo.

Photo credits: Angela
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Giovane studentessa di storia dell'arte. Sognatrice indefessa con la passione per i libri, il teatro, il cinema in bianco e nero e i viaggi. Nel tempo libero adoro nutrirmi di storie.

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