Ritratti dal mondo: Steve McCurry

La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente. Cerco il momento in cui si affaccia l’anima più genuina, in cui l’esperienza s’imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità.

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Steve McCurry, nato in Pensilvania nel 1950, è ad oggi uno dei fotoreport più (ri)conosciuti al mondo.

Spesso, chi non si interessa di fotografia, non ricollega il nome dell’autore ad alcune delle sue opere, ma la sua Afghan Girl è stato, e rimane, uno dei ritratti più riconosciuti al mondo.

McCurry inizia la sua carriera attraversando il confine pakistano ed entrando in Afghanistan, aiutato da rifiugiati afghanistani. Egli inizia il suo reportage nella zona controllata dai ribelli prima dell’invasione Sovietica. In quel periodo, la Russia aveva chiuso i confini a tutti i giornalisti occidentali. Quando il reporter torna al di là dei confini afghani, indossando vestiti tradizionali e con una lunga barba, porta con sé tutte le pellicole che è riuscito a nascondere, cucendole all’interno degli abiti indossati. Egli dona al mondo le prime immagini del conflitto afghano.

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Questo servizio è stato premiato con la Robert Capa Gold Medal for Best Photographic Reporting from Abroad, un riconoscimento molto prestigioso, destinato ai fotografi che si sono distinti per il coraggio del loro reportage.

Da quel momento, McCurry ha girato i sei continenti, specializzandosi in ritratti da ogni parte del mondo. Il suo obbiettivo è quello di mostrare i conflitti – tra cui quelli tra Iran e Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo -, le culture che stanno scomparendo, le tradizioni che stanno andando dimenticate.
McCurry ci mostra la guerra non solo nella sua impressione sui paesaggi, ma sopratutto nelle conseguenze che i conflitti hanno sulla gente, sui loro volti.

McCurry è stato premiato più volte, ed è stato il primo a ricevere ben quattro riconoscimenti dal World Press Photo.

Il ritratto The Afghan Girl (la ragazza afghana) è stato scattato in un campo profughi nei pressi di Peshawar, in Pakistan. Questa è stata la foto di copertina nel National Geographic nel giugno 1985 – molti ricordando ancora quel numero -, ed è stata usata sulle brochure di Amnesty International, oltre che per poster e calendari.
L’idendità del La Ragazza Afghana è stata un mistero per 17 anni finché un team del National Geographic e lo stesso Mc Curry hanno trovato la donna, Sharbat Gula, nel 2002.

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La sua pelle è segnata, ora ci sono le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni fa.

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